Pietro Tulipano – I quattro regni

Questo autore ce l’ho particolarmente a cuore, forse sarà il nome :-), forse perché abbiamo rischiato di incrociare i nostri destini, forse perché come me si diletta nello scrivere fantasy classico, quel genere epico con un pizzico di magia, tanto bistrattato dall’editoria italiana moderna.

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Entrambi amiamo rivolgerci al nostro pubblico con un linguaggio semplice, diretto, molto attento ai dettagli per rendere una storia fantastica il più realistico possibile. Forse il mio romanzo di esordio ha tratto più ispirazione da Terry Brooks mentre nel romanzo “I quattro regni” i riferimenti a Tolkien sono più evidenti e i Durmoroth ne sono un esempio lampante. Ad ogni modo, Pietro elargisce una giusta compensazione di qualcosa di già sentito, come le quattro razze principali (orchi, umani, nani ed elfi), con qualcosa di innovativo (alcune razze inventate come i Lisnan o i Quold).

Facciamo un passo indietro partendo dall’ambientazione, circoscritta a quattro regni, semplice direi a misura di autore esordiente che non vuole rischiare di perdersi in un progetto che poi difficilmente saprebbe gestire. Razze classiche, condite da stereotipi che ci stanno tutti altrimenti non sarebbe un fantasy classico; un passato segnato da una guerra disastrosa che ha confinato gli orchi sconfitti in una specie di riserva protetta da una grande muraglia (vi ricorda qualcosa?); un giovane contadino armato di morbosa curiosità verso il mondo e di una bella capa tosta, generoso, altruista, immacolato… insomma gli ingredienti per una bella storia ci sono tutti.

Passiamo al ritmo, inizialmente un po’ lento con qualche inciampo, poi via via che l’autore prende le misure giuste la trama si infittisce, i colpi di scena iniziano a prendere forma, le pagine scorrono veloce e passa la voglia di smettere di leggere. Ho invidiato tantissimo, dopo un inizio un po’ zoppicante, la capacità dell’autore di introdurre al punto giusto nuove tessere del puzzle che piano piano svelano la storia rendendola intrigante e mai scontata. Forse è la proprio quello che ho apprezzato di più in questo romanzo e credo che l’autore abbia svolto un lavoro accuratissimo per riuscire a ottenere questo risultato.

I personaggi: qui l’autore mi ha sorpreso, secondo me è stato di una bravura eccezionale. Sembra di essere insieme a loro dentro la storia. Li porti con te anche quando il libro rimane chiuso sopra il comodino. E’ un romanzo che racchiude i valori dell’amicizia, dell’onore, del rispetto, dei pregiudizi razziali e di casta, della famiglia a me tanto cari. Elencati così potrebbe sembrare un po’ esagerato ma vi assicuro che Pietro te li propina con una naturalezza disarmante, tanto che alla fine ti sei affezionato e rapito da ogni personaggio senza nemmeno rendertene conto.

Qualche peccatuccio da esordiente è presente e da collega inesperto come sono, non posso che giustificarlo; in generale in questo romanzo ho rivisto tanto del mio e per questo non posso che esserne più che soddisfatto. Avrei tante altre cose da aggiungere ma rischierei di cascare nello spoiler e quindi meglio soprassedere. Concludo dicendo che questo è senza dubbio il genere di fantasy che amo leggere e scrivere, mi dispiace sono di parte, 5 stelle su 5 per Pietro Tulipano.

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SINOSSI:

Gli orchi, antichi nemici degli uomini, nani ed elfi, stanno effettuando una corsa agli armamenti. Il re, allarmato, cerca alleati, i quali nominano un’ambasciata composta dai loro guerrieri più abili e fidati e da uno dei paladini, saggi guerrieri custodi della pace. Tra loro ci sarà anche un abile cacciatore dal passato misterioso, appartenente a un’antica razza ormai quasi del tutto estinta. Con il benestare del re degli uomini, si aggiungerà alla spedizione anche una giovane ragazza, Aisling, figlia di un nobile generale del regno.
Intanto Déltan, un giovane contadino orfano di padre, conduce la sua esistenza tranquilla in una piccola città del regno, sognando un giorno di esplorare il mondo. Una sera, la sua città viene attaccata da mostruose creature anfibie. I cittadini e i soldati resistono all’attacco, ma buona parte della città è data alle fiamme. Déltan non riesce a salvare sua madre e il giorno seguente, decide di unirsi all’ambasciata di Aisling.